domenica 14 marzo 2010

Quella volta che Candy mi mandò all'ospedale

Io e Candy stavamo sempre insieme... prima che iniziassi a lavorare trascorrevamo tutta la giornata assieme, al mattino uscivamo in bici per andare a comprare il giornale, poi in camera mia a studiare, dopo pranzo una passeggiatina e poi ancora a studiare, di notte invece preferiva dormire con la nonna perchè avendo la camera al pianterreno poteva chiedere di uscire anche durante la notte... e la nonna docilmente ubbidiva ad ogni comando.
L'unica cosa che disturbava un Candy era il fatto che la mia camera fosse in mansarda, infatti la sua mole non le rendeva agevole il salire e scendere dalle scale, era sempre un momento di tensione e soprattutto detestava stare verso il lato esterno, voleva sempre a tutti i costi stare dalla parte del muro e fu questo particole a causare l'incidente.
Quando iniziai a lavorare le passeggiate giornaliere furono sospese e cercavo di compensare alla mia mancanza con una uscita un più lunga la domenica mattina, la cagnona aspettava quel momento con ansia e prima di uscire si faceva prendere dalla classica frenesia canina prepasseggiata, uggiolando e saltando a destra e sinistra.
Quella fatale domenica mattina tutto si stava svolgendo secondo il solito copione, io mi stavo vestendo e Candy stava dando fuori di matto... via tutte e due di corsa giù per le scale verso la porta, e fu li che commisi l'errore, Candy rimase verso il lato esterno della scala un paio di gradini sopra di me, uno scarto improvviso il repentino spostamento del cane verso il muro e io vidi i miei piedi per aria... mi schiantai letteralmente la schiena sullo spigolo del gradino di marmo. Non sentii dolore e la cosa mi preoccupò subito, fu come quando si prende una botta al gomito e si sente una scossa elettrica, solo che io la scossa la sentii dall'altezza delle scapole per tutto il corpo... mi resi subito conto che non riuscivo più a muovere le gambe e che doveva essere successo qualcosa di grave. Se ne rese subito conto anche il disgraziato cane, che incominciò a ululare e così facendo attirò l'attenzione dei miei genitori. E poi fu tutto un susseguirsi di eventi frenetici, l'ambulanza, il ricovero, gli esami... il mio tentativo di sbranare un'infermiera che mi diceva che ero troppo tranquilla, la crisi isterica che mi prese nella risonanza magnetica tanto da dovermi sedare perchè stavo seriamente danneggiando il macchinario a furia di testate... il neurochirugo che mi visitò poche ore dopo disse che non riusciva a spiegarsi la presenza, dato che ero caduta sulla schiena, di quel grosso ematoma nella zona frontale.... il suo assistente gli spiegò che quello era la conseguenza della claustrofobia... comunque decisero di rimandare l'operazione per rimuovere l'ematoma che comprimeva il midollo spinale e che causava la paralisi e tentare di farlo riassorbire con una massiccia dose di cortisone, per fortuna tutto si risolse nel giro di pochi giorni e in capo a due settimane ero di nuovo a casa sulle mie gambe, e con un fiammante busto in metallo e plastica che mi teneva insieme dal mento alle anche.
Non ricordo quasi nulla di quei giorni, solo che continuavo a dire, non fate niente al mio cane, non è stata colpa sua....ma il mio cane come sta? è a casa vero? non gli è successo niente vero?
A mia insaputa a casa si stava consumando un dramma, parenti e amici continuamente in visita ai miei genitori appena entravano in casa e si trovavano di fronte al cane non facevano che dire: Ma Candy, cosa hai fatto alla marzia? candy ma lo sai che marzia sta male per colpa tua? oh Candy ma cosa hai fatto?? il povero cane dopo la decima volta che sentiva questa frase, comprese perfettamente di essere colpevole di qualcosa nei miei confronti. Comprensibilmente fino al mio ritorno a casa, anche i miei genitori furono piuttosto freddi con lei. La tragedia esplose in tutta la sua gravità al mio ritorno a casa, io non vedevo l'ora di riabbraciare il mio cane, ma il mio cane non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi nuovamente a me... figurati, son due settimane che tutti mi sgridano per qualcosa che ho fatto a marzia... io non mi avvicino di certo, e poi si muove in modo strano, cos'è tutto quel metallo che ha addosso? no no io non mi avvicino...
Ci vollero due giorni prima che capitolasse e si sciogliesse in lacrime tra le mie braccia, tra zampate musate e slinguazzate sulla mia faccia, e ben tre settimane prima che potesse prendere il coraggio a quattro zampe e salire di nuovo in camera mia.
Sono passati vent'anni, la schiena ogni tanto mi fa male ancora, e quando sento quella piccola fitta ne parte subito un'altra immediata al cuore, perchè vedo subito l'espressione di Candy quando mi vide rientrare in casa... ma cosa è successo, ma cosa ti ho fatto che tutti mi sgridano? povera, dolcissima, incolpevole candy, mi credete se dico che non vorrei mai essere caduta, non tanto per quello che accadde a me, ma per quello che ha passato lei?

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