domenica 28 dicembre 2008

Ventunesima puntata - Ciao zio Memo

Oggi pomeriggio è morto lo zio Adelelmo, Memo, il fratello piccolo di mio nonno.
Tra loro c'era una gran differenza di età, 24 anni, era il piccolo di famiglia, ma tra i fratelli di mio nonno, era quello che gli assomigliava di più, sia fisicamente che di carattere, aveva un temperamento sanguigno, ribelle e sempre pronto a combattere per difendere le sue idee. Tanto è vero che nemmeno diciottenne entrò nella resistenza, è a uomini come lui che dobbiamo la nostra libertà. Mio nonno ricordava spesso il momento in cui si separarono, l'8 settembre del '43, Memo diretto sugli appennini a combattere mio nonno pronto a seguirlo, ma lui gli disse: hai un bambino piccolo e una moglie, il tuo posto è qui vicino a loro, qualcuno deve rimanere a difendere le nostre case, mio nonno rimase e si rivedero solo due anni più tardi. Le sue imprese da partigiano sono diventate leggenda nella zona, quando ero piccola mi raccontava sempre un episodio: durante un temporale un certo numero di tedeschi avevano trovato riparo dentro un casottino in mezzo ai campi, non si sa perchè ma avevano lasciato fuori gran parte delle armi, Memo e i suoi compagni riuscirono, col favore delle tenebre e coperti dal rumore della pioggia, a sbarrare dall'esterno la porta del casottino, a rubare le armi e a fuggire senza sparare un solo colpo.
Il suo soprannome era Ciufin, aveva i capelli rosso scuro e ricci con un gran ciuffo sulla fronte, quando si arrabbiava il ciuffo si muoveva minaccioso avanti e indietro e allora era meglio girare al largo.
Quante discussioni feroci abbiamo fatto, lui cacciatore convinto io contro la caccia, ma di cacciatori come lui non ce ne sono più. A un certo punto, quando si rese conto che cacciare non aveva più senso, perchè le campagne non erano più come quando era giovane lui e una lepre sulla tavola non faceva più la differenza per una famiglia, appese il fucile al muro per sempre.
Uno dei miei primi incontri ravvicinati con un cane è stato con il suo collie incrociato con chissà cosa perchè era enorme, io avevo tre anni e ero a pranzo a casa sua, seduta sulla sedia la mia faccia arrivava giusta giusta al muso del cane che, per dimostrarmi le sue migliori intenzioni e farmi capire che ero la benvenuta, incominciò metodicamente a leccarmi la faccia con la sua enorme lingua. Non so quale altra bambina di tre anni avrebbe mantenuto tale e calma e sangue freddo al punto da dire senza scomporsi minimamente: va bene tutto, ma slinguarmi no! A quel punto lo zio fu certo che nelle mie vene scorresse l'impavido sangue dei Tonelli e lo conquistai definitivamente.
La sua vita è stata tutta una battaglia, sempre testa alta petto in fuori e lancia in resta.
Il suo carattere non è venuto mai meno, ha protestato , piantato grane e litigato con i dottori fino all'ultimo.
Adesso sarà già insieme ai suoi fratelli Zorille, Artemide e Armando, che lo stavano aspettando e probabilmente tutti insieme staranno discutendo, come facevano sempre.
Grazie di tutto zio Memo, mi mancherai.