mercoledì 25 maggio 2011

UN GIORNO QUALUNQUE

Una mattina, di un giorno d'estate qualunque, di un anno qualunque.
L'uomo si alzò alle cinque e mezza, un pò per il caldo che gli toglieva il fiato, un pò perchè tanto sapeva che comunque non avrebbe più dormito, dormiva poco ormai... Trasferisi in quella cittadina di mare, dopo il divorzio, non era stata una buona idea, all'inizio dell'inverno gli sembrava di aver trovato il luogo ideale dove vivere indisturbato e invisibile, lontano da tutto e da tutti, ma ora nel cuore dell'estate con i turisti che invadevano anche l'angolo più inaccessibile del paese, il caldo torrido e il rumore costante, l'uomo non si sentiva più a suo agio. Non poteva fare a meno di incontrare decine di persone ogni giorno, l'appartamento di fianco al suo, nella villa bifamiliare, era sempre affittato, ora a una numerosa famiglia, ora a un gruppo di amici caciaroni. I negozi erano sempre affollati per non parlare di bar e ristoranti, non c'erano più passeggiate sulla spiaggia in completa solitudine, perfino all'alba gli capitava di incontrare qualcuno.
Anche il lavoro ne risentiva, l'editore aspettava il suo ultimo libro, ma lavorare in quelle condizioni per lui era diventato impossibile. Forse per il periodo estivo sarebbe stato meglio tornare in città.
Si alzò dal letto, si guardò allo specchio, decise che non era il caso nemmeno di farsi la barba, tanto nessuno lo avrebbe guardato... e uscì senza una vera destinazione, voleva solo stare da solo. Non sapeva nemmeno se sarebbe tornato, in quella che proprio non si poteva chiamare casa.

Il cane decise di fermarsi, era stanco, aveva camminato tutta la notte, sempre nella stessa direzione, sfiorato dalle auto che gli passavano vicine veloci, troppo veloci, su quella strada sconosciuta. Erano giorni che camminava senza sosta, non ricordava l'ultima volta che aveva mangiato, le zampe gli facevano male, ma lui continuava a camminare lo stesso, senza nemmeno sapere perchè... non aveva un posto dove tornare, non veniva da nessuna parte. Una volta c'erano state due persone che l'avevano tolto da una gabbia, in un posto dove c'erano tanti altri cani. In fondo lui ci stava bene là dentro, mangiava tutti i giorni. I due lo avevano portato in un posto che loro chiamavano casa, ma lui non ci poteva entrare, lui doveva stare in quello che loro chiamavano giardino... al cane andava bene, non gli importava molto di stare con loro, il maschio non gli era mai piaciuto, una volta gli aveva anche dato un calcio, ma la donna era più simpatica e gli dava da mangiare quasi tutti i giorni. Poi un giorno si ritrovò per strada, senza capire come... lui aveva provato a rientrare in giardino, ma il cancello era chiuso e allora aveva aspettato fuori, per due giorni, poi l'uomo era uscito e lo aveva picchiato, allora lui incominciò a camminare, senza sapere dove andare.
Il guidatore dell'auto vide il cane fermo sul bordo della strada troppo tardi per evitarlo.

L'uomo lasciò la macchina sul ciglio della strada statale e si addentrò nella pineta verso il mare, eano le sei del mattino e ancora i turisti non erano arrivati. Giunto sulla spiaggia si sedette a guardare il mare, che ancora non aveva preso il solito colore azzurro aveva ancora i riflessi grigi della notte appena passata, un leggero vento fresco gli accarezzava il viso e lui si mise a piangere. La sua vita stava andando a rotoli e lui non riusciva a fermarla, o forse non voleva. Decise di tornare alla macchina e di partire quel giorno stesso, per una destinazione qualsiasi.

Stava per risalire in macchina quando sentì il rumore di una frenata dietro di lui, un tonfo e poi un guaito... si voltò e vide una donna scendere dall'auto e precipitarsi al bordo della strada verso quello che sembrava un fagotto di stracci. Raggiunse la donna, che era ormai china sul fagotto, la donna piangeva e si disperava, il fagotto guaiva, perchè era un cane.

L'uomo pensò che quello era il cane più brutto che avesse mai visto, non si capiva nemmeno di colore avesse il pelo che era tutto arruffato e pieno di nodi, si inginocchiò anche lui e posò la mano sulla schiena ossuta dell'animale, evidentemente la bestia non mangiava regolarmente. Gli usciva sangue dalla bocca e una delle zampe davanti era chiaramente rotta, non era in grado di valutare se ci fossero altri danni. La donna continuava a piangere, a scusarsi, a dire che lei non l'aveva proprio visto quel cane, e che se fosse arrivata tardi al lavoro l'avrebbero licenziata.

L'uomo le disse di non preoccuparsi, l'avrebbe portato lui il cane dal veterinario tanto non aveva altro altro da fare nella vita, lo caricò in macchina e si diresse verso la clinica veterinaria del paese.

Il cane non si era reso conto che quella macchina gli stava venendo addosso, altre volte aveva schivato delle auto all'ultimo momento, una volta aveva persino preso un paraurti sul muso, ma mai nessuno si era fermato. Adesso c'erano due persone che lo stavano guardando, il maschio gli stava passando una mano sulla schiena, ma non per picchiarlo la donna gli teneva il muso tra le mani e continuava a passargli una mano sulla testa, cos'era questo? forse quello che aveva sentito dire dagli altri cani, una carezza? Comunque tutto si stava facendo confuso e lontano, aveva tanto sonno e si addormentò.

Il veterinario scuoteva la testa, non tanto per la frattura alla zampa o l'escoriazione al muso, che era la causa della perdita di sangue dalla bocca, quanto per le condizioni generali del cane, era denutrito e disidratato, molto debole. Per fortuna la frattura non necessitava di operazione per essere ricomposta, gli ingessò la zampa e gli fece una flebo. L'uomo si era detto disposto a pagare tutte le cure, ma non c'erano cure particolari da dover fare, la povera bestia aveva solo bisogno di riposo e di essere rifocillato. Non aveva microchip o tatuaggi, impossibile risalire al padrone.
L'uomo accettò con riluttanza di portarsi il cane a casa, sarebbe stato per pochi giorni gli disse il veterinario, giusto il tempo di trovare uno stallo o un canile dove collocarlo.

Il cane si svegliò per una fitta dolorosa alla zampa, cercò di mettere a fuoco l'ambiente circostante, dov'era? Oh no, sembrava l'interno di una casa, lui non poteva stare lì, doveva cercare di alzarsi e uscire, non voleva essere picchiato ancora, si stava trascinando in qualche modo verso una porta finestra quando arrivò l'uomo che gli si fece vicino lo prese in braccio e lo riportò dove si era svegliato, un giaciglio morbido una cosa che lui non aveva mai provato. non si ribellò, se l'uomo voleva farlo rimanere in casa lui ci sarebbe rimasto, non voleva essere picchiato.
L'uomo andò via di nuovo e tornò con un grosso recipiente, sentì subito il profumo e cercò di alzarsi di nuovo, gli stava dando da mangiare! possibile? meglio non farsi troppe domande e riempirsi lo stomaco fin che era possibile. Con lo stomaco pieno e l'effetto delle medicine che erano nel cibo il cane si addormentò di nuovo.

Verso le 22.00, il cellulare dell'uomo squillò, era la donna che aveva investito il cane, voleva sapere come stava, no lei non poteva tenerlo, era in affitto e il padrone di casa non voleva animali, poteva passare a vedere il cane l'indomani dopo il lavoro?
A mezzanotte l'uomo decise di andare a dormire, sollevò il cane addormentato dentro a una coperta e lo depositò sul pavimento accanto al suo letto, meglio averlo vicino nel caso fosse stato male, si addormentò con il braccio a penzoloni e la mano sulla testa del cane.

L'uomo e il cane si svegliarono a giorno ormai inoltrato... nessuno dei due dormiva così da tanto, troppo tempo. La mano dell'uomo era ancora sulla testa del cane, si mosse in una naturale carezza, il cane pur non avendone mai ricevuta una riconobbe il gesto e ricambiò con una timida leccata.
Si guardarono negli occhi per la prima volta, fu allora che capirono tutto: il cane non sarebbe andato in un canile sarebbe rimasto per sempre al fianco di quest'uomo gentile, che non sarebbe mai più tornato a vivere in città, l'uomo non avrebbe mai più fatto solitarie passeggiate sulla spiaggia all'alba, ma sarebbe uscito sempre con il cane che finalmente adesso sapeva cosa erano una carezza e una casa.

Per l'uomo e per il cane non ci sarebbe mai più stato un giorno qualunque.