domenica 31 agosto 2008

seconda puntata - Le cinque pesti

I problemi iniziarono quando i cinque gattini furono pronti per esplorare il mondo, il mondo non era preparato!
Ben presto furono svezzati e in grado di scorrazzare per tutta la casa, mentre io non ero nemmeno in grado di alzarmi a sedere o di mangiare da sola. Il nostro sviluppo procedeva sotto gli sguardi attenti delle nostre rispettive mamme. Devo dire che la mia era molto più apprensiva della loro, ad esempio si preoccupava quando i gattini si arrampicavano sulle tende della cameretta e si lanciavano direttamente nel mio lettino, io ridevo, mia mamma urlava e la gatta non mostrava il minimo turbamento anzi sembrava compiaciuta dalle imprese ginniche dei suoi cinque figlioli. Altra cosa che infastidiva la mia giovane mamma era scoprire che le cinque pesti usavano il mio lettino come nascondiglio per giocare a rimpiattino, anche in questo caso mamma gatta si mostrava condiscendente verso la figliolanza, sostenendo la tesi che i bambini hanno bisogno di giocare e di sfogarsi. Gli unici momenti di tranquillità erano verso sera quando, dopo cena, io venivo messa a letto e i sette gatti si acciambellavano in diagonale ognuno su un gradino della scala che conduceva alle stanze da letto, era impossibile per chiunque passare senza la loro approvazione.

sabato 30 agosto 2008

prima puntata - Le origini

La mia è una famiglia di origine contadina, quindi gli animali hanno sempre fatto parte della nostra vita, nel bene e nel male, più nel bene devo dire. Quando arrivai io la famiglia era così composta: mamma Udi, papà Nando, nonno Mando, nonna Eli e sette gatti siamesi papà gatto mamma gatta e cinque scatenati cuccioletti nati solo pochi giorni prima di me; abitavamo tutti nello stesso palazzo nel cuore della vecchia Milano a due passi dal Duomo.
Ad onor del vero devo dire che la nascita dei cinque gattini portò meno scompiglio della mia in casa, non perché io abbia manie di protagonismo ma perché, in effetti, il mio arrivo fu piuttosto movimentato. Io decisi di nascere con un mese d’anticipo e proprio nel periodo in cui mio padre incominciava un nuovo lavoro, la mattina del 2 novembre portò la mamma di corsa in ospedale e, nonostante al tempo fosse un giorno festivo, andò a lavorare. Si era negli anni sessanta era normale che un uomo non fosse presente in sala parto, non era normale che un uomo si dimenticasse di averci portato la moglie! Perché fu così che andò, in un tempo in cui i telefoni cellulari non esistevano io nacqui e mio padre non era rintracciabile e del tutto dimentico di quello che aveva fatto al mattino. Tornò a casa la sera e la trovò deserta, per modo di dire perché comunque i felini erano in casa, e si chiese come mai…lo squillo del telefono lo riportò in un istante alla realtà, erano i miei nonni dall’ospedale che chiamavano per annunciare la mia nascita. Pochi giorni prima mamma gatta in una nottata aveva partorito cinque figli e senza troppo rumore.
Per le prime settimane filò tutto liscio, mia mamma si occupava di me, mamma gatta si occupava dei suoi cinque figli e nonna Eli si occupava di tutti noi. I problemi iniziarono quando i cinque gattini furono pronti per esplorare il mondo, il mondo non era preparato!