giovedì 22 gennaio 2009

ventitreesima puntata - Isotta

Dopo un anno esatto dall'arrivo di Camomilla, ci fu un altro ingresso in famiglia. La gatta più dolce che io abbia mai conosciuto: Isotta, detta IIIIIsottina con 5 I iniziali.
Eravamo in vacanza nello stesso posto dove un anno prima avevamo trovato Camomilla, un giorno in visita ad un convento di frati, notammo che nel cortile viveva una nutrita colonia di gatti. I frati ci spiegarono che facevano quello che potevano per nutrirli, ma specialmente in inverno c'era ben poca abbondanza. Così il giorno dopo, armati di scatole di croccantini tornammo al convento, dopo cinque minuti eravamo circondati da almeno trenta tra gatti e gattini di varie età, a un certo punto notai che da una scatola di croccantini spuntava una coda bianca e nera, evidentemente un micetto aveva deciso che era meglio entrare direttamente nella scatola per cercare di mangiare il più possibile! Con non poca fatica cercai di estrarre la coda e il suo proprietario dalla scatola, mi trovai davanti alla faccetta felina più buffa che avessi mai visto, si era riempita la bocca di croccantini e più che a un gatto assomigliava a un criceto, fu amore a prima vista, senza nemmeno pensare alle conseguenze decisi istantaneamente che quella coda sarebbe venuta a casa con me. Quando tornammo a Milano, Isottina fu subito accolta da Camomilla con il consueto pugno in faccia, fu subito evidente che la nuova arrivata non era dotata di grande carattere e che avrebbe subito supinamente qualsiasi sopruso. La caratteristica più evidente di Isottina era la capacità di fare delle fusa mostruose, con risucchio e con foga tale che finiva sempre per strozzarsi e tossire con la lingua di fuori, era una gatta di una dolcezza e affettuosità smisurate, ma aveva paura della sua stessa ombra. Per tutti i diciassette anni della sua vita visse nella paura, ma di cosa non si è mai capito. Camomilla e Isottina passarono tutta la vita a picchiarsi, anzi no non è esatto, Camomilla passò tutta la vita a picchiare Isottina, tutte le volte che le passava vicina le mollava uno sberlone Così tutte le volte che Isottina vedeva Camomilla emetteva un miiiiiiaaaaaooo flebile e disperato allo stesso tempo, che produceva il solo risultato di far venire i nervi a Camomilla che, se anche non ne aveva prima l'intenzione, le mollava subito un ceffone.
Dopo un mese dall'arrivo in casa di Isottina, ci trasferimmo fuori città, in una casa molto grande e con un giardino ancora più grande. Le gatte furono entusiaste del cambiamento, soprattutto Isottina che trovò subito un fidanzato e iniziò a fare figli... ma questa è un'altra storia...

martedì 20 gennaio 2009

ventiduesima puntata -episodi di infanzia 1

Un paio di settimane fa, a un battesimo, ho rivisto i miei amati cugini, Andre e Cri... i miei compagni d'infazia, i soci di tante avventure di bambini felici, quelli con cui ho condiviso le vacanze più belle della mia vita. Ritrovarsi, dopo tanti anni, dopo che la vita inevitabilmente ci ha separato, ha permesso a tanti ricordi di riaffiorare di presentarsi quasi prepotentemente alla memoria.
Definire il rapporto con Andrea e Cristina e quello con Roberto e Adriana, i loro genitori, come un rapporto tra cugini e zii è estremamente riduttivo e non rende certo l'idea della profondità dei sentimenti che ci legavano e che ci legano tuttora.
I nostri papà sono stati compagni d'infanzia, cugini di primo grado e coetanei, figli di due sorelle molto legate tra loro, hanno passato molto tempo insieme. Una volta sposati si sono ritrovati ad abitare in due appartamenti adiacenti, le nostre mamme sono andate sempre molto d'accordo e per una di quelle strane coincidenze della vita, si sono ritrovate ad essere mamme quasi contemporaneamente. Io sono nata a novembre e i gemelli, ah già non lo avevo ancora detto, Andrea e Cristina sono gemelli, nel maggio successivo. Al tempo i parti gemellari non erano affatto comuni, e senza l'ausilio delle ecografie non erano nemmeno prevedibili. Le nostre nonne ci raccontavano spesso le circostanze delle nostre nascite, con un modo tutto loro colorito e sempre allegro, ecco come narravano l'arrivo dei gemelli. Tutti si aspettavano la nascita di un bambino, magari un robusto, ma uno solo, e invece uno dopo l'altro eccoli lì una femmina e un maschio... il tam tam famigliare si mise subito in moto, arrivò una telefonata: è nata Cristina! gioia gaudio e felicità! dopo un arrivò una seconda telefonata: è nato Andrea! gioia gaudio e felicità... ma non era una femmina? boh si saranno sbagliati, mio nonno subito a dire ecco le donne fanno sempre un sacco di confusione... terza telefonata chiarificatrice: i bambini sono due, un maschio e una femmina! doppia gioia, doppio gaudio e doppia felicità. L'unico che rimase un sconcertato fu lo zio Roberto, il felice papà, uomo di poche parole, incontrando mio papà, uomo di altrettante poche parole, sul pianerottolo la sera della nascita dei bambini si limitò a dire: Fernando, sono due... e mio papà: si lo so; poi tutti e due senza aggiungere altro entrarono nei rispettivi appartamenti. La mattina dopo stessa scena in uscita: Fernando sono proprio due... La risposta: eh si lo so.. e via per le loro destinazioni. Le loro conversazioni tornarono normali dopo circa 15 giorni... passato lo shock. D'altra parte la loro calma e il loro aplomb sono proverbiali in famiglia, ecco un gustoso episodio. I due andavano spesso a pescare insieme, un giorno erano sulle rive dell'Adda, mio papà a monte e zio Roberto 50 metri a valle, improvvisamente mio padre scivolò in acqua e annaspando nella corrente impetuosa del fiume con la canna da pesca in mano, passò davanti allo zio, il quale senza scomporsi minimamente disse: ma, tonelli, dove vai? (si chiamano quasi sempre per cognome), la risposta fu: glub, afferrandosi ad un ramo riuscì a guadagnare la sponda e a uscire dall'acqua. Raggiunto, con calma, dal cugino si sentì porre la domanda: ma cosa stavi facendo? e mio padre altrettanto laconicamente: ma niente... avevo caldo... senza aggiungere altro tornò alla sua postazione si tolse gli abiti bagnati e li stese sui rami per farli asciugare, dopo un paio d'ore all'ora stabilita per il rientro, Roberto risalì fino alla postazione di mio papà e vedendo i vestiti stesi ad asciugare commentò: hai fatto il bucatino? non mi è possibile riportare la risposta...
Incominciammo a trascorrere le vacanze insieme quando avevamo circa cinque anni, prima in Liguria e poi all'Isola d'Elba, dove abbiamo passato le vacanze più belle della nostra vita.
continua...