lunedì 2 febbraio 2009

ventiquattresima puntata - Candy

Nel settembre del 1985, ci trasferimmo fuori Milano. Ventiquattro anni fa era tutta campagna... non avevamo nemmeno il telefono... la compagnia telefonica impiegò sette mesi a darci la linea, fu un vero incubo. Abituata a vivere in centro a Milano, per me fu uno shock, trovarmi in mezzo a una campagna, senza un mezzo di trasporto e senza telefono. Nonna Elide e Greta vennero a vivere con noi, la convivenza di Camomilla e Isotta con il cane si rivelò subito problematica. Greta era ormai anziana e ancora più cattiva del solito, attaccava tutti senza motivo, una volta mi morsicò un piede lasciandoci un dente attaccato, Camomilla non era disposta ad accettare un comportamento simile e decise che il cane andava educato a suon di sberloni. Comunque Greta non rimase molto con noi, conobbe un cane semirandagio che aveva abitato nel cantiere di casa nostra e poi era rimasto lì, lo chiamavamo Botolo, era un buffissimo cane bianco e nero con il collo più grosso della testa, delle zampette corte corte attaccate a un corpo cilindrico enorme, fatto sta che i due si innamorarono perdutamente fuggirono insieme e consumarono il loro amore per due giorni di seguito. Greta tornò piuttosto malconcia, la portammo dal veterinario, ma morì il giorno dopo, evidentemente era troppo anziana per sopportare una simile performance. Nonostante tutto fui dispiaciuta della sua morte, era comunque una di famiglia, antipatica cattiva e dispotica, ma una di famiglia e lasciò comunque un vuoto.
Decidemmo quindi di prendere un altro cane, risposi a un annuncio su un giornale che diceva "cedesi pastore tedesco nero focato, femmina di circa tre mesi". Andai a vedere il cane e mi si drizzarono i capelli in testa, la povera cucciola, che tutto sembrava tranne che un pastore tedesco, era legata con un fil di ferro al collo in uno di quegli orticelli che i pensionati coltivano a bordo delle strade, immersa nel fango fino al collo e in evidente stato di denutrizione. "Se non riesco a venderla la porto al canile e la faccio sopprimere" mi disse l'amorevole padrone, "se non mi da subito quella bestia, vado dai carabinieri e la denuncio" risposi io, mi presi il cane e lo portai via. Appena salita in macchina la cucciolotta dimostrò di soffrire il mal d'auto, per fortuna, perchè vomitò una spugna fritta. La portai subito dal veterinario che mi tranquillizzò, l'animale era malconcio, ma entro breve tempo si sarebbe rimessa in forze, mi disse anche, dopo averla vaccinata, che molto probabilmente era un incrocio tra un pastore belga e qualcos'altro... capimmo dopo che il qualcos'altro doveva essere una scrivania perchè il cane diventò enorme...
La portai a casa dove ricevette il solito benvenuto di Camomilla, un pugno in faccia, Isottina invece si disse subito disponibile a lavarla e iniziò a leccarle tutta la faccia tenendole ferma la testa con le zampe con appena appena un pò di unghie fuori... fu subito evidente che era un cane buonissimo e dolcissimo, si lasciò fare una bella doccia e si, effettivamente aveva il mantello nero e le zampe marroni (come le gambe di una scrivania appunto). Mentre la stavo asciugando, davanti al divano del soggiorno, accesi la tv, stavano trasmettendo un cartone animato di Candy Candy, alla frase "signorina Candy!" pronunciata in tono piuttosto imperioso da un personaggio della serie, il cane si voltò immediatamente verso la tv con le orecchie talmente tese da incrociarsi sopra la testa, "bene, evidentemente ti chiami Candy" le dissi, lei mi rispose con una bella leccata in faccia, e il nome era deciso: Candy, che tra l'altro rispecchiava la grande dolcezza di chi quel nome lo avrebbe portato per dodici anni.

1 commento:

  1. Mannaggia Sofia, ero rimasta indietro. Mi sono letta tutto d'un fiato le ultime tre storie facendoci anche un paio di sane, grasse risate.
    Belle storie, veramente belle. Ora con cuore leggero ed un sorriso da qua a là, ritorno al mio lavoro.
    Molto bene, olè!

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