lunedì 13 ottobre 2008

quattordicesima puntata - La stanza segreta 2/4

Per il primo anno della loro relazione, Zorille continuò a vivere nella vecchia abitazione del padre, in attesa delle sempre più frequenti visite di Antonio, ma subito dopo il matrimonio il neosposo acquistò una grande casa, disabitata da molti anni, in una posizione isolata fuori dal paese. L’edificio era stato costruito circa quarant’anni prima per volere di un ricco commerciante, in paese si raccontavano diverse storie riguardo la vita dell’uomo, di certo c’era solo il fatto che aveva trascorso gli ultimi anni di vita in completa solitudine, dopo la scomparsa della moglie e del figlio, non uscendo mai di casa, ed era morto ancora giovane senza lasciare eredi . La casa tornò a nuova vita con l’arrivo della giovane famiglia.
Del padre di Zorille si persero presto le tracce, mentre i timori della ragazza circa una probabile opposizione dei genitori di Antonio alla loro unione, furono presto fugati, il giovane infatti pareva non avere famiglia. Zorille non seppe mai da dove venissero le sue cospicue finanze o che fine avesse fatto la famiglia di Antonio, tutte le sue domande rimasero senza risposte, fino a che lei smise di domandare.
Antonio avviò un proficuo commercio di tessuti, aprendo un prestigioso negozio nella piazza del paese, mentre la giovane sposa e fresca mamma passava molto tempo da sola a occuparsi del neonato e della grande casa.
La casa era una tipica abitazione signorile di campagna, al pianterreno una grande cucina, con acqua corrente, le scale per salire al piano superiore e un grande locale che fungeva da salotto. Dietro le scale al pianterreno si apriva un corridoio che conduceva a un piccolo quartierino per la servitù dove alloggiava una sguattera e a quelle che una volta erano state le stalle, dove al momento viveva pacifica da sola la cavallina ricevuta in dono da Antonio. Al piano superiore due grandi camere da letto con spogliatoio e, lusso incredibile per l’epoca, un bagno.
La prima cosa che Zorille aveva notato, era che nella cucina mancava il camino, c’era solo la cucina a legna, lo spazio non mancava, ma lì dove sarebbe dovuto esserci il camino c’era solo una nuda parete. Bianca pareva molto interessata a quella parete, annusava continuamente il pavimento e qualche volta grattava il muro con le zampe.
Perlustrando l’esterno della casa, Zorille si rese conto che qualcosa nelle dimensioni non quadrava, il muro della cucina avrebbe dovuto essere in comune con le stalle, invece c’era una distanza di diversi metri, inoltre la stanza al piano superiore era molto più grande di quella al piano inferiore, guardando la casa da lontano vide chiaramente un grosso comignolo, segno evidente che dietro a quel muro doveva esserci un camino. Per Zorille sapere cosa si celava dietro a quel muro divenne un’ossessione, ne parlò al marito, ma secondo lui la cosa non era del minimo interesse, probabilmente i muri del camino erano crollati ed era stato costruito un rinforzo. Nemmeno la seconda gravidanza e il parto imminente riuscirono a distogliere Zorille dal suo chiodo fisso, un camino in cucina era indispensabile e se dietro a quel c’era un camino lei doveva assolutamente recuperarlo. Approfittando dell’assenza del marito per due giorni, chiese a due contadini di abbattere il muro della cucina, bastarono poche picconate per aprire un varco attraverso il quale introdurre una lanterna, la scena che si presentò ai loro occhi li lasciò senza parole.

3 commenti:

  1. ahhhh che suspence... sei una vera scrittrice...sia di bei racconti sugli anuimali che di gialli!!;)))
    Se qualcuno, quand'ero piccola, mi avesse narrato queste storie ...ci avrei sognato su per mesi!un bacione cara, ciao da val

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  2. Lo sapevo, lo sapevo. Vedo il tuo volto perfido che sghignazza mentre pensi che ci stai lasciando ancora una volta con il fiato sospeso. Mia cara, attenta che la vendetta può essere anche tremenda, sgrunt!

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