lunedì 6 ottobre 2008

dodicesima puntata - I figli di Gilda

La gatta rossa, con una deplorevole mancanza di fantasia, fu chiamata Gilda. Dopo poche settimane dal suo arrivo, fu chiaro che presto in casa ci sarebbero stati altri cuccioli. Gilda incominciò a cercare un luogo adatto al lieto evento, lo individuò nel ripiano più basso dell’armadio di nonna Elide. No nel mio armadio no! Fu così che tra la nonna e la gatta iniziò una guerra di nervi. Tutti i tentativi da parte di mia nonna di indurla a cercare un altro posto furono vani, con l’ostinazione che solo una gatta poteva avere, Gilda tornava sempre su quel ripiano, quello era il posto che lei aveva scelto e quello doveva essere! E, ovviamente quello fu, i due gattini nacquero nell’armadio, con la disapprovazione di mia nonna e il compiacimento di Gilda, che considerava la tana alla stregua di una clinica privata svizzera. I gattini erano uno rosso, tale e quale la sua mamma, che fu chiamato Barbanera e uno tigrato, probabilmente somigliante all’ignoto padre, che fu chiamato Morgan. I due si presero l’impegno di fare onore al loro nome di corsari, si comportavano infatti come veri pirati, il loro passatempo preferito era dare l’arrembaggio a Greta, l’affiancavano uno per parte e poi le saltavano sulla schiena, il tutto sotto lo sguardo attento della loro mamma. Più impegnativi erano gli attacchi al divano, che richiedevano uno sforzo fisico notevole per risalire lo schienale e una certa abilità nella corsa per scappare dalle rimostranze della nonna. Dopo un paio di mesi Gilda si arrischiò a portare Barbanera e Morgan in cortile, io passavo i pomeriggi a guardare i tre gatti impegnati in infruttuosi agguati ai piccioni e agli uccellini, in tutta l’estate non riuscirono a prenderne nemmeno uno. A settembre Gilda fu sterilizzata e i due corsari finirono a casa di altrettanti miei compagni di scuola. Per molti, molti anni non ci sarebbero più stati cuccioli in casa.
Gilda morì alcuni anni dopo, durante una perlustrazione in cortile, per una disattenzione di un incauto condomino che la investì mentre parcheggiava l’auto.

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