venerdì 5 giugno 2009

trentatreesima puntata - L'amico immaginario

Pare che quasi tutti i figli unici, da bambini, abbiano un amico immaginario, alcuni ce l'hanno anche da adulti, ma questo è un altro discorso per un altro blog. Dicevamo... molti bambini hanno un amico immaginario, io no. Io avevo un cane immaginario. Da piccola il mio desiderio di avere un cane era talmente grande che me ne ero creato uno invisibile. Camminavo per strada facendo finta di tenere il cane al guinzaglio, gli parlavo e lui mi ascoltava, gli davo dei biscottini e passavo un sacco di ore con lui. Il mio cane immaginario era un cocker, da notare che a me i cocker non sono mai piaciuti, (a parte Ricky obv, ma lui era un cocker spaniel!) non so perchè il mio cane immaginario fosse un cocker, non me lo sono mai chiesto... Quando andavo a giocare ai giardini di via Guastalla, il mio cane immaginario era sempre con me, e pensavo a quanto sarebbe stato bello correre per quei prati con un cane vero, invece correvo quasi sempre da sola, sono sempre stata solitaria, anche da bambina.
Quando poi, finalmente, arrivò Greta, mi sembrò di toccare il cielo con un dito, tutti i miei desideri stavano per realizzarsi: finalmente un cane vero, in carne e ossa e pelo! Avremmo giocato tanto, l'avrei portata fuori mattina pomeriggio e sera, le avrei dato da mangiare l'avrei accudita, spazzolata e amata... quanto mi ingannavo! i miei sogni si sarebbero presto infranti contro l'aggressività e la ferocia di quei trenta centimetri di cane! Greta molto semplicemente odiava i bambini, e me in particolar modo. Quasi non mi potevo nemmeno avvicinare a lei, si lasciava toccare solo da mio nonno, io potevo darle da mangiare, ma lei non sembrava apprezzare molto il gesto, quanto poi a portarla a spasso non se ne parlava nemmeno, troppa fatica e la cosa la interessava solo se con noi c'era anche mio padre, perchè così poteva azzuffarsi ai giardini con altri cani con la sicurezza che papà l'avrebbe tolta dai guai. Come quella volta che ai giardini pubblici di via Palestro si attaccò al naso di un povero alano e mio padre riuscì ad evitare che il bestione la sbranasse.
Per avere un vero cane avrei dovuto aspettare ancora molti anni, fino all'incontro con la mia dolcissima Candy, ma il vero compagno di vita, quello con quel pizzico di consapevolezza in più, quello che veramente ha condiviso con me tante avventure è stato Poker.
Grazie piccolo fetente di un Pochipò, per aver finalmente realizzato il mio desiderio di bambina, a quanto pare staremo insieme ancora poco tempo, per quanto mi sarà possibile cercherò di evitarti ogni inutile sofferenza e vedrai che ci faremo ancora un sacco di risate noi due insieme.

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