Questa è la storia di Poker, conosciuto ai più come Il Fetente e chiamato affettuosame

Era il 15 dicembre del 1996, passavo ignara e serena per la reception dell'ufficio, quando sul bancone della guardiola scorsi un mucchietto di peli biondi che si dimenava e guaiva, feci l'errore di avvicinarmi incuriosita e il responsabile delle guardie mi mise in braccio un cagnetto di non più di trenta giorni dicendomi: appena ti ha vista arrivare ha incominciato a saltare e ad agitarsi, feci il secondo e fatale errore, lo guardai in faccia e fu amore al primo sguardo, un amore assoluto incondizionato e totale per entrambi, decisi che mai più mi sarei separata da quell'esserino.
Quella sera tornando a casa in macchina, con il biondino sulle ginocchia mi sfiorò appena l'idea che in casa non potesse essere ben accetto, al tempo vivevo ancora con i miei genitori, la nonna, Candy, Camomilla, Isottina e Romy. Appena entrata in casa l'apparizione di Poker fu come un'esplosione, Camomilla lo avrebbe accettato volentieri, ma nel senso materiale del termine cioè con una accetta, mia mamma urlò: non se ne parla neanche di prendere un altro cane! Isottina tanto per cambiare si mise a piangere, mia nonna disse: ma sei matta? (diretta e poco diplomatica come al solito), Romy uscì di casa e andò a nascondersi nella legnaia in giardino, Candy fece subito la faccia da martire e sembrava dire: mi volete sostituire con quel coso lì? mio padre non disse nulla.
La permanenza del cucciolo in casa era in dubbio, nessuno tranne me lo voleva.
Quella notte Poker, che in realtà non aveva ancora un nome, venne a dormire in camera mia, sembrava capire che io ero la sua unica speranza per trovare alloggio. Mi dormì tutta la notte sulla testa come per le successive quindici notti, nel frattempo tutti dicevano di non volerlo, ma nessuno faceva qualcosa per trovargli un'altra casa. Io di giorno andavo al lavoro e lui rimaneva a casa, a lavorarsi il resto della famiglia. Una sera mio padre tornò a casa dicendo che forse aveva trovato una sistemazione per il cane, io, per una volta nella vita, esercitai la tecnica del figlio unico che non chiede mai niente e l'unica cosa che chiede gli viene negata, piansi lacrime di sincero dolore e Poker rimase con noi... quando si dice che cane e padrone si assomigliano non ci si riferisce sempre all'aspetto fisico, da qualcuno la bastardaggine deve pur averla presa.
Romy rimase in esilio nella legnaia per due settimane, più volte al giorno Candy cerc

Pochipò non tardò molto a cacciarsi nei guai, durante le vacanze di Natale, incautamente camminò sulla superficie gelata dello stagno delle tartarughe, il ghiaccio si ruppe e lui finì nell'acqua gelida

Dovevo portarlo dal veterinario per togliere i punti dell'ultima operazione alla zampa quando ne combinò un'altra, mi stavo preparando per uscire lui mi stava aspettando tranquillamente in camera mia, troppo tranquillamente... tanto che decisi di andare a vedere... con la zampa sana aveva aperto il cassetto delle medicine e si era mangiato una intera scatola di zerinol... e via di corsa dal veterinario. Il tempo di arrivare e aveva già la testa gonfia come quella di un san bernardo per uno shock anafilattico...
Insomma in meno di tre mesi aveva già tentato il suicidio tre volte, si potrebbe definire un'adolescenza turbolenta. Nel frattempo aveva conquistato il cuore di tutti, tranne quello di Camomilla ovviamente, divenne un'ottima compagnia per mia nonna, e si offrì di svolgere tutti quei piccoli lavoretti di sorveglianza canina che Candy non riusciva più a portare a termine a causa dell'età.
Questo è solo l'inizio, in dodici anni ne ha combinate veramente tante, ed è conosciuto in tutto il paese, se dovete trovare casa nostra non vi conviene chiedere dove abita la famiglia Tonelli, chiedete dove abita Poker, tutti vi sapranno indicare la casa.
Purtroppo ieri il veterinario, quello che l'ha seguito fin dalla sua prima disavventura, ci ha detto che Pochipò non rimarrà ancora molto tempo con noi, un tumore al sistema linfatico ce lo porterà via presto, fino a quando potrà vivere dignitosamente faremo il possibile per farlo stare bene, poi dovremo rassegnarci a dirgli addio, è un momento al quale adesso preferisco non pensare.

Povero Pochipò. Il bello degli animali è che ti rallegrano la vita, il brutto è che se ne vanno prima di noi lasciando però lo stesso vuoto che lasciano glu umani.
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