mercoledì 15 ottobre 2008

Quindicesima puntata - La stanza segreta 3/4

Dietro la parete si nascondeva un’altra stanza, si vedevano chiaramente un imponente camino di marmo, un tavolo con tre sedie, una rovesciata per terra e una sedia a dondolo. Tutto era ricoperto da uno spesso strato di polvere, il tavolo era apparecchiato per il pranzo e sulla sedia a dondolo era appoggiato un indumento bianco. Bianca cercò in tutti i modi di impedire che Zorille entrasse in quella stanza, ma non ci fu nulla da fare, iniziò a ululare e preferì uscire di casa. Il varco fu allargato a sufficienza per lasciar passare una persona e la luce del giorno, mentre i due uomini e la sguattera ripulivano il pavimento dalle macerie, Zorille entrò nella stanza. Il tavolo era apparecchiato per due persone, un terzo posto era evidentemente destinato a un bambino con un piatto e un bicchiere più piccoli, nei piatti si intravedeva ancora qualche traccia di cibo, il pasto doveva essere stato interrotto improvvisamente, nel camino i resti di un fuoco ormai spento da anni, sulla grande mensola un vaso di fiori rinsecchiti, un orologio che non batteva più le ore e un piccolo ritratto di una donna con un bambino in braccio. L’indumento sulla sedia a dondolo si rivelò essere un telo di lino con un ricamo lasciato a metà, un disegno floreale con due iniziali intrecciate Z e G. La sguattera entrò nella piccola stanza e iniziò a pulire il pavimento, ci vorrà un bel po’ per rimettere tutto a posto… mentre Zorille osservava più attentamente il ritratto, il viso della giovane signora le era familiare, le sue riflessioni furono interrotte da un grido strozzato, la sguattera aveva lasciato cadere la scopa e si era allontanata dal camino con gli occhi dilatati dallo spavento. Zorille si avvicinò alla base del camino, adesso era ben visibile una larga macchia scura, era evidentemente una chiazza di sangue, che nessuno aveva mai pulito. Cosa era accaduto in quella stanza? Non ci fu tempo per formulare nessuna ipotesi, il bambino che Zorille aspettava decise di nascere proprio in quel momento. Il parto si presentò molto difficile e fu mandato a chiamare il vecchio medico del paese, che accorse immediatamente. Quello che disse lasciò tutti sbalorditi, anche se aveva altro a cui pensare, a Zorille rimase impressa quella frase: Sono passati vent’anni dall’ultima volta che misi piede in questa casa, e allora ne uscii lasciando un bimbo senza la madre, non voglio che accada anche adesso. Andò tutto bene e quella sera i membri della famiglia erano diventati quattro, una neonata stava urlando tutto il suo disappunto dalla culla posta vicino al letto della mamma. Con un filo di voce Zorille chiese: dottore, volete raccontarmi cosa accadde in questa casa? Con un sorriso il medico rispose: Come? Non sapete nulla? Se Antonio non vi ha raccontato nulla, non mi sembra giusto che debba essere io a farlo. Forse però è bene che sappiate la verità sull’uomo che avete sposato, Vi dirò tutto.

4 commenti:

  1. Non so che mi succede. Mentre leggo la storia mi accorgo di trattenere il fiato. Mah!
    Sbrigati a scrivere il gran finale. Non vorrai avermi sulla coscienza eh?

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  2. non farmi aspettare troppo, voglio sapere tutto anch'io di Antonio! Forse che quel bimbo era Antonio? Melarian

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  3. Adesso che ho letto pure io, devi proprio darti da fare!

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  4. caspita scrivi benissimo...non farci aspettare troppo:-)

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