domenica 22 agosto 2010

Gatti e divieti

Avete mai provato a vietare qualcosa a un gatto? Se l'avete fatto e il vostro divieto è stato rispettato, avete tutta la mia stima. E' molto difficile vietare qualcosa a un micio, ma ancora più difficile far rispettare il divieto, o meglio, praticamente impossibile. Un felino ha mille modi, palesi oppure subdoli per aggirare un divieto.
Al suo arrivo in casa nostra a Sofy furono subito presentate alcune regole, che nella nostra testa lei avrebbe dovuto rispettare: non si entra in camera da letto, non si entra negli armadi, non si sale sul tavolo da pranzo. L'unico divieto che rimane in vigore, e stranamente rispettato è quello di non saltare sul tavolo da pranzo, gli altri sono stati bellamente ignorati. Era una frugoletta piccina, con due enormi occhioni verdi lacrimosi, quando michi la sera la chiudeva fuori dalla porta della camera da letto... l'ha fatto solo per due sere, la terza sera che si è visto fissare da quegli occhi da povero cucciolo abbandonato le ha detto: va bene entra, ma non puoi salire sul letto, ti metto la cuccia a igloo sul panchetto e dormi lì... questo scena si è ripetuta per due sere, la terza sera, una sera particolarmente fredda: va bene puoi dormire sul letto, ma solo per stasera e solo in fondo ai piedi... a quel punto io e Sofy ci siamo guardate e ho avuto l'impressione che mi strizzasse l'occhio! Ovviamente da quella sera in poi la gatta considera il letto matrimoniale la cuccia grande.
E questo era l'esempio di come i gatti riescono a eludere un divieto agendo in modo subdolo, un metodo che può essere equiparato alla circonvenzione di incapace, incapace di opporsi al volere di un micio.
Il secondo metodo invece è molto più diretto, al divieto viene opposto un semplice, secco e imperioso Miao! che non ammette repliche e che equivale a un nostro Starai mica scherzando? Sofy ha applicato questo metodo al divieto di entrare negli armadi. Si mette davanti all'anta del guardaroba e miagola: Mao! Mrmà! e io con gentilezza e affabilità no miciotta non puoi entrare, fai la brava... mermeo, marmà gnà che tradodtto suona come non dire sciocchezze, stai zitta e aprimi questo armadio che devo dormire subito o mi sballa la tabella di marcia di oggi! Morale, sono nove anni che Psyco dorme nel mio armadio. Come dicevo prima l'unico divieto che rispetta è quello di non salire sul tavolo da pranzo, sugli altri tavoli sale, ma non su quello dove si mangia, i motivi potrebbero essere due: per darmi il contentino, almeno in una cosa mi ubbidisce! o molto più verosimilmente, visto che il nostro cibo non le interessa, non le interessa nemmeno salire sul tavolo. Mi sa che è la seconda che ho detto.

sabato 14 agosto 2010

Gatti e imbiancatura

Quando si decide di imbiancare una stanza bisognerebbe sempre accertarsi che il micio di casa sia via per una vacanza o per un viaggio di affari. Noi abbiamo commesso l'errore di metterci a imbiancare con Sofy tra i piedi. In realtà lei supervisionava i lavori e dirigeva la squadra di operai, cioè io e Michi. Le cose si sono messe male fin dall'inizio perchè nello spostare il mobile del soggiorno abbiamo portato alla luce il suo nascondiglio segreto, pieno di tesori tali da far passare la tomba di Tutankhamon come una bottega di cianfrusaglie, palline di carta, cartine di cioccolatini, vecchi scontrini, tutti i topini (finti) comprati negli ultimi cinque anni e subito scomparsi. Quando si è resa conto della violazione della sua proprietà è scoppiato il finimondo, miagolii isterici e corse con i giochini in bocca per metterli in salvo da un'altra parte... sguardi fuoco a noi due che insensatamente avevamo deciso di spostare quel mobile e recriminazioni feline a non finire. Poi per circa un tre d'ore è sparita dalla circolazione, abbiamo (giustamente) immaginato che fosse andata di sopra a far riposare gli occhi e a riprendersi dallo stress. Verso sera fresca e riposata si è riprensentata al pian terreno, quando stavamo ripulendo tutto e poco assennatamente avevamo lasciato incustodito il piatto dove si intinge il rullo per verniciare... è stato un attimo... dopo pochi secondi decine di zampate bianche erano disposte, con un certo estro lo devo riconoscere, sul parquet di rovere. L'ululato che è uscito dalla mia gola ha tramortito Michi e lasciato del tutto indifferente la giovane artista, che già stava prendendo contatti per organizzare una mostra. Sono riuscita ad agguantarla e lavarle le zampe sotto l'acqua del lavandino della cucina, ovviamente il felino ha opposto resistenza , ma sono riuscita ad avere la meglio. Avrei voluto usarla per ripulire il pavimento, ma mi sono limitata ad un ammonimento verbale, lei ha fatto altrettanto, ritenedosi offesa e indignata oltre misura per l'affronto subito. Credo che non imbiancheremo prima di altri cinque anni... troppo stress per tutti.

domenica 8 agosto 2010

Topi, ratti e pantegane

Fin da piccola ho sempre avuto un terrore cieco dei topi e dei roditori in generale, penso di essere stata l'unica bambina della mia generazione non solo a non avere avuto un criceto, ma ad avere avuto una vera e propria crisi isterica al mio compleanno quando una compagna di classe delle elementari me ne regalò uno. La compagna di classe se ne tornò a casa tutta felice con il criceto che in realtà desiderava lei. Crescendo la paura dei topi non si afflievolita, anzi...
Quando ancora abitavamo a Milano, in un palazzo del centro al terzo piano, un giorno nell'aprire la porta di casa notai una gobba sotto al tappeto sul pianerottolo. Un paio di vigorose pestate di piedi non servirono ad abbassarla e allora alzai il tappeto... con mio grande sgomento e orrore vidi una pantegana di notevoli dimensioni entrare come una saetta in casa, mi stupii che non avesse suonato il campanello! Dopo i primi minuti di orrore e sgomento da parte mia e di mia madre, cercammo con raziocinio di uscire dall'incresciosa situazione... eravamo sole in casa con la nonna, il custode del palazzo non era in casa, c'era solo la moglie, tutti gli uomini del palazzo sembravano svaniti nel nulla, è proprio vero che quando serve l'uomo non c'è mai! A quel punto la mamma e la nonna si chiusero in una stanza con l'orrenda creatura e furia di scopettate la uccisero, mentre io in deliquio ero in piedi su una sedia messa sul tavolo (la prudenza non è mai troppa). Non si riuscì mai a capire da dove fosse uscito il feroce roditore, il custode perlustrò solai e cantine senza trovare traccia di suoi simili.
Diversi anni dopo, ormai sposata, ero al balcone della casa dove abbiamo abitato per i primi anni del matrimonio, un complesso di appartamenti quasi tutti vuoti in vista di una imminente ristrutturazione, quando tra l'erba incolta del giardino vidi un insolito movimento. Era l'imbrunire, perciò ci misi un pò a mettere a fuoco... ma inequivocalbilmente si trattava di un ratto, bello grassottello per giunta! Cacciai urlo beluino e michele accorse affannato temendo di trovarmi appesa fuori dal balcone, vittima di chissà quale incidente. Ma sei fuori???? ma urli così perchè dal terzo piano hai visto un topolino in giardino???? tipica considerazione maschile... prima di tutto non è un topino, è un ratto enorme! e poi non lo sai che i topi si arrampicano dappertutto e potrebbe anche entrare in casa? ovviamente avevo già in mano il telefono e stavo chiamando l'amministratore, gli intimai di provvedere immediatamente a una derattizzazione e lui un pò sconcertato mi disse che avrebbe provveduto. Nei giorni successivi ovviamente tenni d'occhio i movimenti dell'orribile roditore... era inequivocabilmente una roditora e stava preparando una tana per la progenie perchè raccoglieva tutto quello che di più morbido riusciva a trovare in giro. Bastò quello a intenerirmi, povera bestia, stava solo cercando un posto per far nascere i suoi piccoli.... che sarebbero stati almeno cinquecento nel giro di qualche mese! la tenerezza mi passò subito e continuai a tempestare di telefonate l'amministratore, però in attesa del disinfestatore buttavo dei pezzettini di pane alla puerpera. Non sono mai stata una persona coerente.